mercoledì 11 maggio 2011

una foresta di cioccolato

Quando ero bambina, trascorrevo moltissimo tempo con mia nonna. Si chiamava come me ed ero, devo ammetterlo, la sua cocca :-) . Oltre al nome, mi accomunavano a lei moltissime altre caratteristiche: era una donna sincera, severa, che amava le regole, ma anche ironica e soprattutto...golosissima! I miei nonni avevano una pasticceria, ed erano abituati a trattarsi bene in fatto di dolci. Mi ricordo che per lei, Ferrero era sinonimo di surrogato del cioccolato, mentre Suchard, Lindt, Caffarel e Perugina (prima che l'acquistasse una nota multinazionale) erano considerati dei prodotti di buona qualità. Un discorso a parte meritava poi il cioccolato artigianale, tra cui spiccava il nome di Gay-Odin. Isidoro Odin (letto alla francese "Oden") , un cioccolatiere-confettiere piemontese di origine svizzera, con la moglie, Onorina Gay, diede vita a quella che da tempo è una vera e propria istituzione per i napoletani, la fabbrica di cioccolato Gay-Odin per l'appunto. Ricordo ancora della prima volta che mia nonna mi parlò della "foresta di cioccolato"...lì per lì, non capii. Immaginai alberi, rami, foglie di cioccolato. In realtà, la famosa specialità di Gay-Odin, che si chiama proprio "foresta di cioccolato", riprende semplicemente nella forma, la corteccia degli alberi. Lo straordinario sta nella consistenza e nel gusto e nel profumo di questa leccornia, che si scioglie in bocca abbracciando tutti i sensi...Mia nonna ne andava matta! E di lì a breve...anche io! Fino a qualche anno fa, potevo gustarla solo nei miei viaggi a Napoli, o chiedere a chi ci andava di portarmene un po', insieme alle ghiande e alle noci ripiene di cioccolato, ai wafer fondenti...che meraviglia! Ma fortunatamente da qualche tempo a questa parte, Gay-Odin ha aperto anche a Milano, in via S.Giovanni sul muro, in pieno centro.
Posso così soddisfare anche improvvise voglie, in breve tempo, anche se mi rimane sempre il ricordo dello storico punto vendita di Via Chiaia a Napoli, del suo penetrante profumo di cacao, dei barattoli in vetro colmi di cioccolatini e del sorriso di mia nonna che mi incitava a riempire la storica scatola bianca e blu con quello che desideravo, senza tralasciare di lasciare uno spazio d'onore per la foresta di cioccolato...ovviamente!
Se siete curiosi e per saperne di più www.gayodin.it





1 commento:

  1. Ci passo sempre davanti nelle mie passeggiatine in pausa pranzo. Non n'e conoscevo la storia. Grazie per questo spunto. La prossima volta lo guardero' con più attenzione e ... Magari faro' qualche goloso acquisto! la Calligrafa.

    RispondiElimina